Diviene sempre più attuale nel mondo scientifico il dibattito riguardo a quella che sarà la rivoluzione definitiva in ambito tecnologico. Una rivoluzione così profonda e impattante, da poter stravolgere le regole sociali delle generazioni presenti e future. Stiamo parlando di intelligenze artificiali. Non c’è catastrofismo in quello che andrò a scrivere, ne sensazionalismo, ma solo buon senso ed analisi logica della realtà. Quel buon senso che negli ultimi anni sembra completamente mancare ai direttori d’orchestra del mondo civilizzato, e che, sempre più spesso, pare in mano ai dei vecchi rincitrulliti affetti da demenza senile. Un’intelligenza artificiale può programmare, sviluppare, analizzare. E` in grado di eseguire operazioni complesse, di studiare strategie, di prendere decisioni, di evolversi, migliorarsi. Può scrivere con estrema facilità un articolo di giornale, può creare un’opera d’arte, disegnare un’automobile come nel caso della CZinger 21C, che oltre ad essere esteticamente stupenda, a livello di contenuti tecnici è estremamente prestazionale e fattibilissima da costruire. Può comporre un brano musicale, può sostituire un giudice nelle udienze come già stanno programmando in Cina, o un avvocato come vogliono sperimentare negli UK, in quanto la capacità di giudizio è stata reputata molto più affidabile, in quanto un AI non dispone di empatia ne umanità. Quell’empatia ed umanità che fanno la differenza per comprendere le situazioni e non metterle tutte sullo stesso piano. Sostituire. Puo’ letteralmente sostituire l’operato di uomo, anche complesso. E i primi che saranno rimpiazzati saranno i poveri disgraziati, la gente comune, quelli che svolgono attività ripetitive e che non richiedono chissà quali grandi capacità. E allora si apprestino ad entrare nei magazzini carrelli automatizzati (come già sta avvenendo ovunque) che possono lavorare h24 senza possibilità di errore. Niente permessi, ne ferie, ne malattia. Si moltiplichino le casse automatiche ed i negozi senza alcun commesso. Si passi alla posta senza postini. Si sviluppi il 5G, e con il servizio dei droni, si mandino in pensione i corrieri. Intere sezioni di classi operaie, di progettisti, tecnici, medici: che questi vengano sostituiti da arti robotici governati autonomamente da un entità fatta di microchip e processori. Sia sostituito l’amore: che l’anima gemella sia trovata mediante un algoritmo che analizza personalità, gusti e pensieri delle persone. Che sia dato il via al più grande disastro sociale atto a creare disoccupazione in quantità mai viste. Asimov quasi un secolo fa, scrisse del giorno in cui la tecnologia sfuggirà di mano al suo creatore. Lo stesso Stephen Hawking era tra i più autorevoli scettici in questo dibattito e credeva che le AI avrebbero disgregato e portato al collasso la società attuale. Ma vi dirò già come andrà a finire: come sempre, ci accorgeremo della strada del non ritorno una volta che questa sarà imboccata, complici come sempre, del suo imbocco. Di cosa vi stupite? Viviamo nell’era dello “spegniamo le centrali nucleari e costruiamo quelle a carbone”. Passo dopo passo, scelta idiota dopo l’altra, prepariamoci ad un mondo sempre più distopico, connesso virtualmente e distaccato dalla realtà. In fin dei conti, ogni civiltà al massimo della propria espansione si è poi disgregata ed estinta: noi non rappresentiamo l’eccezione. Così fu scritto da Jacopo Andrea Fagioli.