Istrionico, questo è l’aggettivo che meglio definisce Folco Napolini. 

Un nome raro, quasi unico, come raro è il carattere di quest’uomo. 

Con un toscanello in bocca si avvicina a passo svelto a noi, sembrerebbe uno come tanti, ci sediamo al bar ed ancora sembra uno come tanti, eppure appena proferite poche parole si capisce subito che non si tratta affatto di una persona qualunque. 

Vive a Terni, ma non è ternano, non ha nulla a che fare con l’industrialità della pianura, le sue radici sono nei boschi dell’alta collina, a Grutti, propaggine orientale di Todi anche se nel comune di Gualdo Cattaneo. Di sicuro è figlio di esseri umani e tra umani è vissuto ma la sua ossessione è il lupo e con il lupo è cresciuto. Colpisce il suo racconto di quando i suoi parenti trovarono questo lupacchiotto abbandonato, un piccolo cucciolo ramingo, che crebbe con loro divenendo domestico e divenendo il miglior amico nell’infanzia di Folco, uno spirito guida che lo ossessiona a tratti, basta infatti una occhiata fugace sul telefono cellulare per notare che il lupo è anche sul suo salvaschermo, per non parlare che sulla sua pagina facebook. 

Può sembrare un matto? Un Tarzan umbro con i lupi invece che le scimmie? Certo che sì, se ci si fermasse a questo sicuramente un folle sembrerebbe eppure le sue parole non sono quelle di un folle. Ci racconta la sua vita davanti ad un caffè, l’inizio come dirigente d’azienda e poi i licenziamenti e le sue successive avventure nel mondo pubblicitario, non è un folle è un attento comunicatore.

Nessuno è profeta nella sua patria dice il detto eppure le sue parole sono chiare, limpide, pulite e decise. Fondamentalmente è un eterno motivatore.

Attaccato alle radici perché un albero senza di esse cade, basti pensare alla quercia cresce lenta ma con profonde e solide radici e dura per secoli mentre un pino che cresce svelto con radici poco profonde tende a cadere presto. Non manca di ricordare questo ogni pochi attimi, quasi fosse una cantilena o forse un rituale mistico, un’opera di comunicazione che incontra a pieno gli ideali dello scrivente.

Appassionati di cinema e regista professionista, si occupa di girare e produrre film e cortometraggi, a Terni da oltre trent’anni è ormai un punto di riferimento per lo spettacolo, in particolare per quell’ 14 febbraio tanto caro al mondo quando si festeggia il Santo ternano e egli con amore per la sua Città adottiva pone in essere il Premio San Valentino. Eppure da non ternano gira un elaborato sulla storia di Terni, è un ramingo senza una vera patria, come un lupo la sua patria è il mondo, ma sa adattarsi ai luoghi e vuole valorizzarli, non per sé ma per gli altri, per far capire le ricchezze del mondo. 

Appartiene alla sinistra, ai verdi, con valori e tradizioni, affiliato a Sinistra ecologia e Libertà ed al Governatore Vendola, eppure ha buonissimi rapporti con la destra, con i camerati che lui chiama amabilmente compagni perché in francese i compagni sono “camarades”. Una satira dura quella nelle sue parole, una critica alla politica moderna, fatta di politicanti non di politici, di egoismi e poltronismi e non di ideali, apprezza destra e sinistra purché si parli di idee e non di leaders. Difatti è un anarchico etico, un sobillatore di una ribellione culturale e non una lotta armata, uno degli ultimi cultori dei valori del passato, capace di relativizzare i tempi e i luoghi. Eppure non era un incontro politico il nostro, ma una chiacchierata a sorpresa. 

Aveva chiesto di incontrare un giovane giornale online e lo abbiamo fatto, ci aspettavamo una proposta di collaborazione, una inserzione pubblicitaria, un qualcosa di simile riguardo affari ed invece ci siamo ritrovati Folco, tanto unico quanto il suo nome. 

Ci racconta di un ufficio a Terni, dove dedica tempi e spazi ad associazioni di beneficenza. Non è venuto a parlare di soldi o per soldi ma di idee, un qualcosa che non può essere valutato economicamente, vuole incontrare dei giovani con voglia di fare per incoraggiarli a non demordere, anche davanti alle future difficoltà.

Ed alla fine, dopo una tanto lunga quanto piacevole chiacchierata, che forse avrebbe meritato un aperitivo o un the e non un rapido caffè, arriva la proposta o meglio l’offerta, non vuole nulla in cambio, ma è venuto per mettersi a disposizione, i suoi spazi, le sue conoscenze , la sua rete. Vuole aiutare, sostenere anche solo moralmente gli altri, è un eterno giovane, con il coraggio del lupo con cui è cresciuto, non dimostra i suoi anni né fisicamente né mentalmente, ha una eterna voglia di fare e non smette di fare. 

Da Terni a Todi per un’ora al bar a parlare con dei ragazzi, chi lo farebbe senza volere nulla in cambio? Lui, quell’istrionico soggetto dalle varie capacità.

Dal cinema all’associazionismo, dai giovani al territorio, la sua vita non si ferma, procede come sempre, con la capacità di reinventarsi che lo ha sempre contraddistinto.