TODI – La componente di lavoratori stranieri nel comparto agricolo presenta un’incidenza superiore a tutti gli altri settori produttivi. Anche nelle campagne umbre quasi un terzo dei lavoratori è straniero e rappresenta il 32% del totale degli operai agricoli. Continua a cambiare anche la geografia di provenienza: aumentano gli extracomunitari, in particolare indiani, albanesi e marocchini.

Ed è in agricoltura che, ormai in forma endemica, si registra grande difficoltà a reperire manodopera stagionale disponibile e adeguatamente qualificata.

Sono queste alcune delle questioni trattate lunedì 30 ottobre durante l’incontro organizzato da Confagricoltura Umbria alla Cantina Todini (località Rosceto) di Todi per parlare quindi di lavoro in agricoltura, tra opportunità e criticità.

Sotto i riflettori anche il neocostituito “Distretto Sostenibile delle Produzioni Certificate dell’Umbria” che è stato trattato nel secondo focus che ha evidenziato l’importanza di valorizzare le filiere produttive nel territorio regionale mettendo al centro l’impresa creando valore aggiunto al sistema produttivo.

Dopo i saluti di Antonino Ruggiano, sindaco di Todi, ad introdurre l’evento, moderato da Daniele Rossi (delegato R&I Confagricoltura) è stato Fabio Rossi, presidente di Confagricoltura Umbria.

“La sostenibilità – sostiene Confagricoltura parlando del Distretto – è un ambito di interesse molto importante visto che sempre più mercati e politiche di sviluppo nazionali ed europee premiano le imprese più attente su questo fronte. Il Distretto del cibo può canalizzare queste opportunità e rappresentare uno strumento di governance in grado di ottimizzare l’interazione tra le imprese e gli stakeholders del territorio per il conseguimento di importanti obiettivi per tutto il sistema produttivo regionale”.

La criticità del reperimento della manodopera nelle campagne e le opportunità dei decreti flussi, con le nuove misure per la formazione dei lavoratori, sono stati poi ricordati da Confagricoltura, con Rossi che ha evidenziato gli importanti provvedimenti varati dal governo in materia di programmazione delle quote di stranieri da ammettere nel territorio italiano per motivi di lavoro.

In Umbria con l’ultimo decreto flussi, del 2022, gli ingressi programmati non hanno rispecchiato il reale fabbisogno, con Confagricoltura che ne aveva chiesti già un numero superiore.

Nel primo panel “Lavoro in agricoltura: opportunità e criticità” al centro del dibattito anche il rinnovo del contratto collettivo di lavoro, opportunità per prevedere nuovi strumenti che rendano più flessibile l’organizzazione del lavoro nelle imprese a confronto con le criticità della crisi economica che riduce la marginalità della produttività e dei redditi.

Si è parlato anche delle regole per la gestione del lavoro condiviso come opportunità per stabilizzare i rapporti di lavoro e delle criticità della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Sono intervenuti: Crisa La Civita (politiche del lavoro e welfare Confagricoltura), Mario Liparoti (responsabile area datoriale Confagricoltura Umbria), Rufo Ruffo (presidente ERBA), Alessandra Ligi (direzione regionale INAIL Umbria).

Recentemente costituita da Confagricoltura Umbria, GAL Media Valle del Tevere e Associazione Monte Peglia progetto Unesco, l’Associazione “Distretto Sostenibile delle Produzioni Certificate dell’Umbria” alla quale hanno già aderito associazioni di categoria, enti locali ed imprese, è stata poi protagonista del secondo focus, con intervento anche di Alessandro Sdoga (direzione, formazione, innovazione, servizi avanzati Confagricoltura Umbria).

La finalità – è stato spiegato – è quella di valorizzare, nell’intero territorio regionale, alcune filiere produttive le cui direttrici prevalenti ed identitarie possono essere quelle della sostenibilità e della qualità certificata, ed insieme a queste tutto il sistema direttamente ed indirettamente ad esse collegato. Il tutto dando centralità all’impresa ed alla necessità di creare valore aggiunto al sistema produttivo regionale.

Il focus si è concentrato in particolare sulle Produzioni Certificate (Dop e Igp), sulla Produzione Biologica, sul Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI) ed in generale su tutti i prodotti testimoni di sostenibilità dell’intero territorio regionale.

Le conclusioni sono state infine affidate, al termine dei due incontri, all’assessore regionale alle politiche agricole e agroalimentari della Regione Umbria, Roberto Morroni: “L’Umbria ha grandi potenzialità come le ha l’Italia ma guai se queste potenzialità le coltiviamo con la testa rivolta all’indietro perché rischiamo di fare i romanticoni ma di non riempirci la pancia”.