Un paio di vestiti, qualcosa da mangiare ed una coperta fatta di cartone per ripararsi dal freddo e per nascondersi dallo sguardo dei passanti. Sono questi i pochi oggetti che i tanti clochard in giro per le strade delle nostre città hanno a disposizione per sopravvivere. 

Trovano rifugio nelle stazioni, sotto i portici o sui nostri marciapiedi. Cercano aiuto con lo sguardo, senza proferire parola, mentre alcuni muniti di un pezzo di cartone scrivono le loro storie, tra chi ha scelto di fare questa vita e per chi invece è stata l’unica soluzione. 

Si tratta di una popolazione di invisibili il cui numero ammonterebbe a 50.000 senzatetto, una cifra aumentata drasticamente dopo l’emergenza pandemica. Un numero sempre più crescente, ma le nostre città sembrano non possedere i mezzi per aiutarli. Come, ad esempio, la città di Torino, che sta rendendo la vita dei clochard sempre più precaria, tra episodi di violenza e clochard morti assiderati.

Infatti, dopo lo sgombero delle ultime settimane, rischiano di non poter neanche più essere sorpresi a chiedere l’elemosina, altrimenti rischierebbero sanzioni salatissime, soprattutto se in compagnia dei loro amici a quattro zampe. Una proposta che sta prendendo piede in sempre più città. come Trento e Modena.

Questo il motivo per cui, nelle ultime settimane, vengono avvistati sempre meno senzatetto sotto i portici di via Leoncavallo, dopo una riqualificazione per cui sono stati utilizzati anche fondi europei. Un’operazione “antidegrado” in cui materassi e cartoni sono stati buttati via.

Il nemico dei senzatetto torinesi sembra però non essere soltanto il Comune in quanto, nei giorni scorsi, sono state raccolte da parte degli inquirenti numerose segnalazioni che vedrebbero chi si approfitterebbe dei senzatetto per creare un business. In un video diventato virale sui social, un gruppo di senza tetto verrebbe ritratto scendere da un furgone insieme ai loro animali tenuti al guinzaglio. La stessa vicenda è stata portata alla luce dalla pagina Kodam, denunciando casi di maltrattamenti e di cucciolate nate per questo giro d’affari. Nei casi peggiori, non vi è più traccia del cane, tutti sprovvisti di microchip.

A Torino, dalla parte dei Clochard, sono rimaste comunque le associazioni, pronte a dare sostegno alla comunità dei senzatetto. Lo stesso Comune avrebbe disposto un piano di 700 posti letto in modo tale che, per chi ne volesse usufruire, potesse trovare una sistemazione per la notte. Non è stata trovata però ancora una soluzione per quanto riguarda i loro amici animali, in quanto sarebbero poche le strutture nel torinese pronte ad accoglierli. Infatti, molti senzatetto, hanno rifiutato le cure e l’assistenza da parte delle associazioni e dello stesso Comune pur di restare accanto ai loro animali, gli unici a non averli mai abbandonati.