Freschissima di stampa, è in tutte le edicole da qualche giorno la nuova Guida di Repubblica dedicata ai 50 anni di Umbria Jazz e al suo mezzo secolo di successi. Una storia raccontata in 300 pagine dai protagonisti che il festival lo hanno inventato, costruito, vissuto. Interviste inedite che ripercorrono storie e luoghi, bellezze e sapori, grande musica e scoperte del territorio.
A far riemergere edizioni, ospiti, luoghi ma anche momenti inediti sono Carlo Pagnotta, Renzo Arbore e poi Gino Paoli, Rhiannon Giddens, Stefano Bollani, Dee Dee Bridgewater, Stewart Copeland, Linda May Han Oh, Fabrizio Bosso, Chiara Civello, Enrico Rava, Rita Marcotulli, Christian McBride, Emmet Cohen, Flavio Boltro, Danilo Rea, Miles Evans, Fred Hersch, Paolo Conte, Melody Gardot, Mark Lettieri e Francesco Cafiso, solo per citare alcuni degli  intervistati nel volume.

Vengono poi ripercorsi i momenti indimenticabili delle 45 passate edizioni, così come tratteggiati i punti di forza di quella che sta per iniziare, con contenuti dedicati a Bob Dylan, Ben Harper, Mika e agli altri grandi artisti che impreziosiscono il cartellone del 2023.
Volto dopo volto si incontrano aneddoti legati alla musica e al festival, ma anche le bellezze dei luoghi che la manifestazione ha toccato nella regione nell’arco della sua lunga vita, quindi non soltanto Perugia ma anche Orvieto e Terni. Ma non solo, facendo scoprire delle vere e proprie chicche a chi, tra i più giovani, ha conosciuto UJ soltanto nel suo format attuale.
Bella anche la sezione dei manifesti, dal primo, con l’esordio di UJ a Villalago, all’ultimo di quest’anno.
Un viaggio dunque nella storia di questa straordinaria invenzione di Carlo Pagnotta che nel 1973 creò la rassegna facendola diventare la più importante del mondo.
“Quei giorni di Umbria Jazz erano, e sono – scrive il direttore delle Guide di Repubblica Giuseppe Cerasa – una occasione per rivedersi, per ascoltare ottima musica, per girare per le vie del centro e dei borghi, per sedersi al desco di tavole del gusto di sicura solidità e tradizione, per sperimentare la indiscussa capacità di accoglienza umbra, per portare a casa ricordi e cimeli di una vacanza imperdibile. Il rito non è cambiato, semmai si è consolidato e rafforzato. E l’Umbria è sempre lì ad aspettarvi, con i suoi gioielli, con la sua capacità di accoglienza, col suo fascino, col suo gusto, con le note travolgenti di Umbria jazz. Oggi come 50 anni fa”.